I capezzoli che vengono definiti introflessi sono capezzoli che non sporgono dall’areola e che, anzi, risultano retratti.
Rappresentano un’anomalia perlopiù innocua; talvolta, però, possono essere associati a condizioni patologiche. Pertanto, è sempre bene indagare il perché di questa particolare conformazione dei capezzoli.
Per avere uno sguardo chiaro sull’argomento, parliamo di un po’ di fisiologia.
Come sono fatti i capezzoli:
I capezzoli si trovano all’apice della mammella ed hanno una loro funzione: qui confluiscono i dotti galattofori che trasportano il latte materno verso l’esterno. La loro sommità, infatti, risulta rugosa a causa della presenza degli orifizi corrispondenti ai dotti.
Il loro colore è più scuro, come d’altra parte, anche quello dell’areola. Colore e irregolarità della pelle in quest’area hanno la funzione di guidare i piccoli istintivamente verso la loro fonte di nutrimento.
Tutto questo in una condizione normale. Nel caso di capezzoli introflessi non cambia nulla, fuorché l’esposizione del capezzolo: invece di una proiezione verso l’esterno è visibile una piccola piega, un piccolo infossamento.
Per il loro aspetto, nella cultura popolare vengono anche definiti “capezzoli ciechi”.
Diversi gradi di introflessione:
Non tutte le introflessioni hanno la stessa gravità. Nei casi più lievi, l’introflessione è persino reversibile grazie alla stimolazione manuale o in seguito al contatto con qualcosa di molto freddo. Nei casi più gravi, invece, l’introflessione è permanente.
Inoltre, può riguardare entrambi i seni contemporaneamente oppure anche uno solo.
Quali sono le cause?
I capezzoli introflessi possono essere congeniti, ovvero possono appartenere al bagaglio genetico esattamente come il colore degli occhi o dei capelli; esistono, infatti, delle variazioni specifiche che si presentano sin dalla nascita e sono totalmente benigne.
In questi casi, in genere, l’introflessione è determinata da una eccessiva brevità dei dotti galattofori, che tendono a trattenere il capezzolo impedendogli di proiettarsi verso l’esterno.
Ma le cause che portano all’introflessione possono anche essere acquisite e, in questo caso, vanno indagate, poiché potrebbero essere persino patologiche.
Partiamo dalle cause acquisite meno preoccupanti: i capezzoli possono introflettersi in seguito a infezioni o infiammazione del seno, oppure in seguito ad interventi chirurgici a causa della presenza di cicatrici, o ancora, dopo una perdita di peso importante e repentina.
In alcuni casi, invece, il capezzolo introflesso potrebbe essere un campanello d’allarme che indica la presenza di una neoplasia sottostante.
Come si può rimediare ai capezzoli introflessi?
Escludendo le situazioni collegate a patologie, possiamo dire che i capezzoli introflessi non rappresentano un problema per la salute e non lo sono nemmeno nei confronti dell’allattamento.
Possono essere, piuttosto, un fastidio a livello estetico. Per questo possono essere trattati, corretti in diversi modi.
• I dispositivi correttivi: possono essere utilizzati nei casi più lievi; consistono in una sorta di ventose da applicare sul seno, che creano il vuoto e “aspirano” i capezzoli verso l’esterno.
• Il piercing: per gli amanti dei piercing, questo può essere un buon rimedio per mantenere i capezzoli estroflessi; basta applicarli quando lo sono e il monile poi li manterrà nella posizione desiderata.
• L’intervento chirurgico: con l’intervento chirurgico si vanno a recidere i dotti galattofori troppo corti o i tessuti che trattengono il capezzolo all’interno e si sutura in modo che il capezzolo rimanga estroflesso.
Adesso che sai che cosa sono e cosa si intende per capezzoli introflessi, puoi capire se ne soffri e hai senza dubbio un quadro generale più dettagliato sulle possibili cause e sui possibili rimedi.